Doveva
essere la riforma che avrebbe qualificato e fatto apprezzare “l’enorme lavoro”
del governatore Cota nella riorganizzazione del sistema sanitario in Piemonte e
si sta trasformando in un brodino, riscaldato e copiato. L’idea delle
federazioni sanitarie, che sembra la riproposizione dei famosi quadranti già sperimentati
anni fa in Piemonte con ben miseri risultati, assomiglia moltissimo agli Enti
per i Servizi Tecnico-Amministrativi di area vasta, attivi nella Regione
Toscana. Secondo Lo Spiffero quindi Cota & Monferino avrebbero copiato da
una regione notoriamente “rossa” e avrebbero anche snaturato l’imprescindibile
scorporamento della rete ospedaliera da quella territoriale, azione che avrebbe
favorito risparmi e razionalizzazioni. I tanto decantati buoni propositi che
fine faranno?
“La sensazione – riferisce la nostra
gola profonda – è che sarà una riforma gattopardesca. Si solleverà un gran
polverone, rinominando strutture, spostando qua e là competenze, ma che alla
fine nulla cambierà nella gestione del sistema sanitario piemontese”.
Anche il Comune di Torino esprime le sue perplessità perché durante il consiglio di ieri ha approvato una mozione presentata dalla consigliera Lucia Centillo. Iniziativa con la quale chiede al sindaco e alla giunta di intervenire presso la Regione Piemonte per superare i termini della proposta del Piano nella versione del 25 ottobre 2011, prendendo atto delle domande di modifica illustrate dallassessore regionale alla Sanità lo scorso 12 gennaio.
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