mercoledì 4 gennaio 2012

484. Lo psicologo che fa l’educatore, e non è certo l’unico


Se sono vicino umanamente a Giorgio Radic, lo sono molto meno professionalmente perché uno psicologo che faccia l’educatore a me ha sempre dato fastidio, visto che io sono un educatore. Sono d’accordo che il mercato degli psicologi è saturo da tempi immemori, ma andare a coprire gli spazi che naturalmente appartengono agli educatori la trovo una pratica scorretta che viene favorita anche dai datori di lavoro, enti pubblici e cooperative che siano. Lo ammette egli stesso quando dice: “almeno questo assomiglia di più alle cose che ho studiato delle consegne col furgone, che però mi servono a pagare affitto e bollette da quando sono andato a vivere con la mia fidanzata”. Capisco che ognuno di noi si inventi un mestiere per tirare a campare e che non sono certo quei soldi che lo arricchiscono, ma questa persona non ha le competenze educative necessarie. Ha sicuramente un bagaglio teorico e pratico che lo possono avvicinare a quel tipo di realtà, ma gli manca il resto, per cui sarebbe bello che tutti gli psicologi la smettessero di fare gli educatori. 

8 commenti:

Anonimo ha detto...

il problema non è tanto che lo psicologo faccia l'educatore e l'educatore che ha studiato per essere preparato si senta defraudato e demotivato.
il problema sta nell'organizzazione del lavoro italiano che da molto molto tempo colloca le risorse senza collocarne le competenze.

Unknown ha detto...

SIAMO ALLE SOLITE!! E' una vecchia storia che si riperpetua nel tempo...

jackS ha detto...

@Francesco
Sono ovviamente d'accordo con te. Ma la cosa che mi infastidisce è che gli psicologi alzano steccati per difendere i loro spazi, gli educatori invece devono "subire" la loro presenza e il fatto che siano in troppi e non c'è spazio per tutti loro. Insomma la guerra tra poveri, vinta dai più ricchi!

Anonimo ha detto...

Visto che l'argomento mi riguarda da molto vicino, mi permetto di dire che, invece di concentrarsi sul tema dello psicologo che fa l'educatore, scatenando così una assurda "guerra tra poveri", bisognerebbe davvero soffermarsi sulle condizioni lavorative, di bassa retribuzione e a volte di totale abbandono cui vengono sottoposte queste categorie spesso così professionalmente vicine.
Non credo che a mancare sia l'offerta del lavoro: ormai ciò che veramente scarseggia sono le risorse da destinare alle fascie più deboli, come quella dei disabili, nella scuola così come nell'assistenza sociale.
Questo voleva essere il senso della mia lettera di protesta, ovvero portare il più possibile numero di persone a cooscenza delle nostre condizioni lavorative, e non a creare un insensato dibattito tra chi arriva a fine mese con pochi spiccioli (ma quei pochi quando arriveranno?); e mi rammarico che forse tu non abbia colto tutto ciò.
Inoltre sarebbe buona educazione non esprimere giudizi sulle qualità umane o professionali delle persone solo in base alla loro qualifica: non l'ho mai fatto verso gli educatori, (e ne conosco alcuni cui non affiderei manco il gatto), per cui pregherei tu e i tuoi lettori di non fare altrettanto.
Buon lavoro

Giorgio Radic

Anonimo ha detto...

insomma jack,
mettiti a posto

jackS ha detto...

Sono d’accordo che sia poco utile scatenare una assurda "guerra tra poveri", ma sul piano professionale l’educatore è una cosa, lo psicologo altro. Sebbene ci sia contiguità, ad ognuno il proprio ambito. Se la tua lettera voleva mettere l’accento sulla carenza di risorse, situazione che praticamente ogni giorno registro e descrivo su questo blog, io ho colto un aspetto sul quale mi sono soffermato, cioè quello della professionalità. Ho iniziato il mio commento dicendo di essere vicino umanamente al protagonista della vicenda, per cui non credo di aver espresso un giudizio sulle qualità umane, ma uno su quelle professionali sì. Allora cosa serve studiare e fare esperienza? Che tutti facciano tutto e così risolviamo il problema della disoccupazione.
Se vorrai potrai leggere cosa penso degli educatori a questo link.
http://ilcovodijack.blogspot.com/2011/02/9-memorie-di-un-giovane-educatore-parte.html
Dove mi colloco io saranno gli altri a deciderlo.

Anonimo ha detto...

Caro Jack,
lungi da me il voler proseguire oltre questa discussione che tanto, come la maggior parte delle suddette, non porterà nessuno dei contendenti a modificare le proprie posizioni.
Cito solo una parte del tuo post:
"questa persona non ha le competenze educative necessarie. Ha sicuramente un bagaglio teorico e pratico che lo possono avvicinare a quel tipo di realtà, ma gli manca il resto".
La mia critica viene mossa nel momento in cui mi generalizzi, etichettandomi professionalmente: non mi pare che tu possa conoscere le mie personali esperienze nell'ambito del sociale o del mestiere di educatore, professione che comunque svolgo ormai da un po' di anni, alla quale ho unito con profitto tutto ciò che ho imparato all'università e in un anno di tirocinio ospedaliero.
Trovo che, sinceramente, un giudizio professionale nei miei confronti tu non lo possa proprio esprimere, perchè credo che in questo ruolo che ricopriamo le qualifiche siano importanti, ma molto di più lo è la persona, la passione e il modo in cui si compie questo mestiere!
Come mai se a noi psicologi manca "tutto il resto", spesso mi
sono stati proposti casi in cui era preferibile una figura come la mia accanto all'utente?
E come mai noi psicologi siamo autorizzati a svolgere la professione di educatori e non viceversa?
Ti saluto

Giorgio

jackS ha detto...

Caro Giorgio,
se nessuno cambierà opinione, perlomeno ognuno ha potuto esprimerla in maniera mi auguro pacata e proficua per entrambi, almeno così è stato per me.
Sottolineo solo che gli psicologi non sono autorizzati a svolgere la professione di educatori, anzi è già un gran casino per un educatore essere riconosciuto tale, con la ridda di diverse lauree e corsi regionali. Parlo in questo caso di vincere un concorso nel pubblico, perché nel privato succede di tutto, ma questo lo sappiamo entrambi.
Se vuoi qualche info in più qui:
http://ilcovodijack.blogspot.com/2011/07/285-gli-educatori-sanitari-diventano.html