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venerdì 15 luglio 2011

268. Stati in bancarotta e l’ipotesi dell’inciucio

Ieri è apparsa la notizia che il Minnesota, ridente stato degli USA è in default, in pratica il governo locale senza più un dollaro ha chiuso i battenti a tempo indeterminato. Il giornalista de La Stampa riporta la grande preoccupazione dei cittadini, che oltre ad alcuni problemi pratici, non potranno bere più alcolici, perché le licenze le rilascia lo Stato che per ora non c’è. Il problema è quello che l’intervistato Eric Forsberg, proprietario dell'Ugly Mug, un bar di Minneapolis, riporta: “Se la paralisi di governo continua, tra poco mi ritroverò senza birre e potrei ritrovarmi a dover licenziare 25 dipendenti. La questione non è il bere, ma i posti di lavoro e le entrate dello stato”.
La cosa che mi ha colpito è che non si tratta di una prima volta e che anche lo stato federale per un paio di volte durante il governo Clinton è andato in default; se questo è il modello di capitalismo e di gestione della cosa pubblica siamo fritti!
L'articolo completo 

Ultima ora
Sembra che abbiano trovato un accordo per far ripartire la macchina statale, grazie alle pressioni di una delle più importanti aziende che produce birra!

Invece nel nostro Belpaese tra ieri e oggi è stata varata quella che Berlusconi qualche mese fa definiva una monovrina correttiva di piccola entità e che oggi invece rappresenta un pacchetto di norme di natura economica enorme, che a mio parere inizierà a farsi sentire subito. A parte i ticket, quello che mi ha colpito è l’aumento delle tasse, che inevitabilmente cresceranno perché il governo metterà mano alle tante agevolazioni fiscali, riducendole. Guarda caso sono tutti favorevoli a mettere le mani nelle tasche dei cittadini che pagano le tasse, ma delle loro non ne vogliono proprio sentire parlare. Sia a destra che a sinistra quando sentono parlare di diminuire i costi della politica gli viene l’orticaria e qualcuno ha sofferto anche di attacchi di panico, troppo preoccupato di non poter pagare la rata della barca. Non si devono preoccupare per questo perché tanto nessuno presenterà un referendum per diminuire i numeri di parlamentari e se poi qualcuno, pressato dall’opinione pubblica, riuscisse a fare qualche risparmio, ci sono sempre le tangenti, le mazzette e i vari parenti da sistemare nelle aziende pubbliche, per cui non si scoraggino, che una soluzione si trova sempre, siamo in Italia, ricordatevelo.

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