Di
seguito l'intervento di Marzia Lydia Spagnolo, psicoterapeuta, alla
presentazione del 7 settembre al Circolo dei Lettori. Un'amica
conosciuta tanti anni fa a cui ho subito pensato quando mi è stato
proposto di presentare il libro. Grazie ancora della disponibilità.
Se
stessi presentando un romanzo – o addirittura un giallo - quello
che sto per fare sarebbe uno “sgarro” estremo all'autore del
libro!
Il
modo in cui ho deciso di iniziare a parlare di questo libro infatti è
proprio svelandovi il finale. Cito testualmente <<per
costruire un percorso di cambiamento è necessario pensarlo. Non si
può partire per un viaggio senza avere una cartina del luogo che si
andrà a visitare. Inoltre occorre avere un equipaggiamento adatto e
bisogna stabilire delle priorità. Non si potrà visitare tutto
quello che si desidera perché il tempo è limitato per cui bisogna
fare delle scelte. Quando poi si tornerà a casa oltre alla bella
esperienza si sarà imparato qualcosa di utile per il viaggio
successivo. Così il nuovo viaggio sarà un po' meglio organizzato è
più piacevole. Nello stesso modo si può pensare al cambiamento come
un viaggio da una situazione di dipendenza ad una d'astinenza>>.
Definirei
il manuale scritto da Fabio Pellerano come una buona Lonely
Planet del
trattamento del Disturbo da gioco d'azzardo, di cui va apprezzato
innanzitutto il sistematico e puntuale lavoro di riorganizzazione di
tutti i numerosi materiali che in questi anni sono stati realizzati
da autorevoli clinici italiani che si sono occupati di gioco
d'azzardo. Da questo punto di vista rappresenta quindi anche una
preziosa guida per gli operatori - anche quelli più esperti - che
si occupano di giocatori.
Inoltre
proprio come le guide di viaggio non
sono il viaggio, ma
sono strumento per prepararti al viaggio, per accompagnarti durante
un viaggio, per proporti dei percorsi durante il viaggio, allo stesso
modo – da operatore che da 20 anni lavora nell’ambito delle
dipendenze e da 12 nel trattamento del gioco d’azzardo - considero
questo manuale una guida al trattamento e
non il trattamento,
seppur ricco ed esaustivo nell’offrire strumenti indispensabili ad
un percorso di cura.
Citando
una pubblicità di qualche anno fa che diceva “no
Alpitour ahi ahi ahi”,
sebbene da viaggiatrice io preferisca le vacanze No
Alpitour, da
terapeuta invece sono certa che nel viaggio di cura verso
l’emancipazione dalla dipendenza sia meglio affidarsi ad un'agenzia
di viaggi – intendendo fuor di metafora i servizi pubblici e gli
operatori esperti - per esser certi che il viaggio sia il più
possibile sicuro, sia orientato verso una meta raggiungibile e che
utilizzi gli strumenti giusti al momento giusto.
Grazie
a Fabio per il grande lavoro e la passione che ha messo nella
realizzazione di questo libro.
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