Con
la sentenza della Corte Costituzionale n. 56 del 2015 per la prima
volta in Italia si è chiarito che il legislatore può intervenire in
maniera peggiorativa, “anche su posizioni consolidate” perché
più degli incassi dell’azzardo legalizzato vale la tutela dei
consumatori.
La
Consulta non solo ha respinto il ricorso ma ha legittimato di fatto
nuove restrizioni al gioco d’azzardo che potranno essere introdotte
in futuro, dichiarando esplicitamente che gli interessi pubblici
prevalenti non stanno nei guadagni dei gestori, ma in una serie di
tutele come il contrasto alla diffusione del gioco irregolare o
illegale in Italia, la tutela della sicurezza, dell’ordine pubblico
e dei consumatori, specie minori d’età e la lotta contro le
infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore.
Adesso i Comuni e le Regioni possono regolamentare senza
aver paura di ricordi al Tar o al Consiglio di Stato.
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