Sarebbe
bello che intorno al medico che ha raccontato le difficoltà
quotidiane sue e dei colleghi al pronto soccorso si creasse perlomeno
un aura di solidarietà, che altri colleghi manifestino pubblicamente
non il loro appoggio incondizionato, ma il fatto che questa persona
ha detto quello che pensava e direi che non erano proprio
stupidaggini. Forse giusto, forse sbagliato, tutto sommato poco
importa se poi scattano le sanzioni perché l'intervista non era
autorizzata. Di che cosa avrà paura il direttore generale torinese?
P.S.
L'infermiera, che ben conosce cosa capita a chi racconta un fatto, è
stata più furba e non si è fatta inquadrare (sic!).
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