Un medico
per 13 anni ha indebitamente percepito quasi 7 milioni di euro
esercitando privatamente nel suo studio, senza mai comunicarlo
all’ospedale e all’università con i quali fin dal 2001 si era
impegnato a svolgere attività odontoiatrica e di docenza a tempo
pieno in regime di esclusiva. Situazione incompatibile, per legge dal
1999. E se al Tribunale penale se l’era cavata con un’archiviazione
per le accuse di truffa ai danni dello Stato e abuso d’ufficio, la
Corte dei Conti lo ha appena condannato a rifondere 4,7 milioni di
euro per le indennità indebitamente ricevute negli anni e per il
mancato versamento delle quote della prestazione espletate in regime
privato. La classe non è acqua!
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