Sarebbero almeno 200 le persone che si sono ammalate negli
ultimi sette anni, quasi tutti nell’impianto di Giheung, a 30 chilometri da
Seoul, dove la maggior parte degli operai sono di sesso femminile e dove
vengono prodotti semiconduttori e cristalli liquidi. Il problema principale è
quello di collegare in maniera univoca la malattia all’ambiente di lavoro.
Finirà come il prezioso ethernit che in Piemonte ha mietuto migliaia di persone,
anni di lotta e tribunali, con il dolore che non verrà certo lenito dagli
indennizzi. Fa ancor più tristezza
pensare che ognuno di noi potrebbe perlomeno mitigare questo silenziosa strage,
se non cambiasse continuamente telefonino e ogni sorta di tecnologia. Ma è
chiedere troppo!
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