Molto
tristemente constato con quotidiana ripetitività le evidenti
differenze tra chi può contare sugli “amici” e chi invece può
contare solo sulla propria professionalità. In una paese normale
dovrebbero trovare spazio solo quelli che appartengono alla seconda
categoria, ma questo non è un paese normale e non c'è proprio
speranza di farlo diventare tale, se i manager delle ASL piemontesi
riescono sempre a trovare un posto di lavoro e una professionista
precaria viene lasciata a casa dopo 12 anni di onorato servizio.
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