Interessante
inchiesta sui giovani che rimangono intrappolati nei videogiochi o
nelle rete di Internet. Ci sono anche alcuni interessanti riflessioni
sul ruolo dei genitori, “molti eccessivamente apprensivi che
preferiscono non far uscire i propri figli. Per pigrizia e per averli
sotto controllo. E per paura di quello che c’è fuori. E così la
Rete diventa lo spazio di socializzazione, e i giochi multiplayer
sostituiscono quelli che, anni addietro, erano i giochi di strada:
guardie e ladri si trasforma in gioco sparatutto, nascondino diventa
un monitor da cui non distogliere lo sguardo. Quello che si faceva
nel cortile sotto casa, oggi si tende a fare in digitale. E così la
rabbia, tra le mura domestiche che difficilmente si aprono, si
autoalimenta”.
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