Lo
ha detto il procuratore di Manhattan Preet Bharara, riferendosi a Kareem
Serageldin, che nel 2007 guidava la divisione derivati di Credit Suisse. Era
pronto a tutto per mettere le mani sul bonus che gli garantiva uno stipendio da
7 milioni di dollari, compreso falsificare i conti della banca sui derivati,
nascondendo un buco da 540 milioni di dollari e contribuendo in misura non
trascurabile alla crisi dei cosiddetti mutui subprime, che ha travolto i
mercati americani e del mondo intero. Serageldin, cittadino americano che vive
in Inghilterra, è stato arrestato mercoledì scorso davanti all’ambasciata
americana a Londra ed è stato liberato ieri pagando una cauzione da 243 mila
dollari. Così eviterà il carcere almeno fino alla prossima udienza, fissata il
28 novembre. Il manager di 39 anni, accusato di falsificazione di registri e
frode, rischia l’estradizione dagli Stati Uniti e fino a 45 anni di carcere.
Almeno negli USA i truffatori legalizzati, quando superano il segno, rischiano
la galera.
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