Mentre
la vecchia Europa soffre e gli Stati Uniti arrancano, l’Asia continua a
ruggire. A emergere non è la Cina, ormai abbastanza solida dal punto di vista
dei nuovi miliardari e nemmeno l’India, un po’ meno veloce nella crescita della
vicina nazione cinese. Si parla dell’Indonesia, che accumula capitali beneficiando
indirettamente dei due cugini più famosi, che bramano le sue risorse. Il prezzo
mondiale di una tonnellata di olio di palma, di cui l’Indonesia è il primo
produttore, è raddoppiato dal 2006. Nello stesso periodo l’oro, di cui è ricca,
ha visto i suoi prezzi triplicati. Otto dei dieci indonesiani più facoltosi
nella lista redatta da Forbes hanno proprietà sostanziali nel ramo, come il
magnate dell’olio di palma Eka Tjipta Widjaja e il milionario del carbone Low
Tuck Kwong.
Che
cosa poi ne facciano di tutti quei soldi, a parte comprare Lamborghini e
vestire firmato, non è lecito sapere. Ma se qualcuno dei nuovi miliardari si
annoiasse, può sempre prendere il proprio aereo e spendere un po’ di denaro da
noi.
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