Per
la prima volta una ricerca scientifica indipendente ha analizzato gli effetti
nel lungo periodo degli organismi geneticamente modificati. Sotto accusa la
variante Nk603 prodotta dalla Monsanto, che in Europa può essere solo importata
ed è destinata prevalentemente all'alimentazione del bestiame. Hanno scoperto,
sulla povera pelle dei ratti ma anche su alcune cellule umane, che gli animali
che hanno consumato Ogm hanno riportato tumori alla mammella, danni gravi al
fegato e ai reni e che vivono molto di meno.
Si
prospetta grande battaglia sul fronte OGM.
1 commento:
L'articolo è stato sbugiardato dalla comunità sicnetifica per tantissimi errori..errori statistici, mancanza di adeguato numero di cavie (soprattutto del controllo), ceppo noto per essere altamente tumorigenico, oltre a conclusioni affrettate e con poca logica..nonc'è ad esempio differenza di effetto triplicando la dose e si punta il dito contro tutti gli OGM, quando
si sta parlando solo di UN GM.Tale Seralini non è nuovo ad articoli del genere (di dubbissima qualità), è schierato da tempo (i suoi studi spesso commissionati da greenpeace) e per farsi maggiormente un nome si è letteralmente COMPRATO nun'onoreficenza di "miglior scienziato dell'anno"..Troverei almeno doveroso citare queste informazioni..oltre a citare le risposte di tutti i ricercatori che sono insorti a questo "studio choc". Di studi sugli OGM ce ne sono tantissimi (più di DIECIMILA) e anche di lunga durata, riguardano peraltro sia settore sanitario che ambientale..mi chiedo invece come mai colture "tradizionakli" (mofdificate però pesantemetne
con mutageni e radiazioni) non richiedano alcun controllo di nessun tipo, nonostante alcuni di
essi causino allergie anche gravi, shock ecc (e non è necessario dare per certa la sua assenza negli aliemnti)...Questo "due pesi e due misure" è davvero sconcertante.
Federico Baglioni
fedebiotech.wordpress.com
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