Premessa:
non sono un matematico, per cui spero che qualcuno mi contraddica; c’è sempre
da imparare nella vita. L’articolo de La Stampa sul gioco d’azzardo declama
alcune cifre che, a mio parere, vanno lette in maniera un po’ diversa, a
partire dal titolo: gli italiani scommettono meno. Leggendo la prima riga a me
sembra il contrario.
La raccolta dei giochi nel periodo
gennaio-ottobre 2012 è cresciuta del 12,7% circa, passando dai 62,3 miliardi
del 2011, agli attuali 70,2.
La
raccolta significa i soldi che sono stati investiti nei diversi giochi, cioè il
volume di denaro che entra nel mercato è aumentato del 12,7 percento, per cui
gli italiani hanno scommesso di più.
La spesa effettiva dei giocatori è invece
diminuita del 4,6%: dai 14,7 miliardi di un anno fa si è passati ai 14 attuali.
Cioè
sono rimaste nelle casse dello Stato, gestori e concessionari meno soldi dell’anno
scorso e guarda caso chi ci ha rimesso è stato l’Erario e non concessionari e
gestori. Il gettito erariale ha subìto una contrazione dell’8,2 percento, da
7,3 a 6,7 miliardi di euro, l’aliquota media è passata dall’11,8 al 9,5
percento.
Praticamente
i 700 milioni di euro che mancano alle casse erariali sono i 700 milioni che
sono indicati, in meno, nella spese effettiva.
In
definitiva gli italiani non giocano meno e lo Stato italiano ci guadagna sempre
meno, a vantaggio di chi fa impresa con il gioco. Per cui nulla di nuovo!
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