Si
sono mobilitati cittadini e sindaci, raccogliendo firme e cercando di farsi
ascoltare. Alla fine non chiuderà, anche se ci saranno dei cambiamenti
organizzativi perchè verrà maggiormente dedicato ai parti fisiologici o comunque ai parti senza particolare
complessità assistenziale, nonché a quei casi, nei quali le pazienti non
possono più essere trasportate.
Le
pazienti selezionate per partorire a Susa saranno garantite da servizi
collaterali presenti in ospedale quali la permanenza di una sala chirurgica, da
un reparto di Ostetricia-Ginecologia, una neonatologia e da ambulatori a
valenza territoriale quali il consultorio famigliare , quello di assistenza
alla donna in puerperio, di sostegno all’allattamento al seno, il tutto
ricondotto ad un percorso nascita strutturato e collegato ovviamente anche con
il Pediatra di base.
Il
comunicato termina con una nota paternalistica che si poteva evitare.
“Tutto ciò a dimostrazione del fatto
che la Regione, quando possibile ed opportuno, assicura il mantenimento di
servizi anche in deroga alla normativa di riferimento per venire incontro alle
esigenze espresse da un territorio montano molto vasto, garantendo la
necessaria sicurezza e qualità del servizio reso ai cittadini”.
La
Regione non ha fatto un favore alla Valle di Susa e non si comporta certo come
un buon padre. Cosa ne pensano i pazienti e gli operatori del Valdese, così
come i tanti lavoratori temporanei lasciati a casa in questi anni?
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