É una
questione di rispetto, di etica, di morale, di dignità e di un infinito numero
di virtù che probabilmente non appartengono a Renato Perone, ex vicepresidente
e amministratore delegato, e a Piero Ruspini, commercialista e consigliere. Il
famelico duo avrebbe, secondo l'accusa, distratto la somma complessiva di
1.004.937 euro, in parte alla società controllata Csea Mediterranea, per
492.000 euro, e 617.937 euro a titolo di compenso personale. Poi, per coprire
il disavanzo pesantissimo, falsificavano le scritture contabili della società,
con l'intento di ingannare i soci e i dipendenti fino ad accumulare un debito
che superava i venti milioni di euro. Con l'accusa di bancarotta fraudolenta Perone
è stato arrestato e poi messo ai domiciliari, sospeso per due mesi
dall'attività professionale di commercialista Ruspini. Se le accuse fossero
vere dovrebbero stare in carcere a vita. Sarebbe ora che questo paese
diventasse serio.
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