É
stato un referendum aperto a tutti i lavoratori a decidere le sorti del
personale. Ha vinto il no all’accordo tra sindacati e impresa, così da febbraio
partiranno i licenziamenti. I no hanno vinto con 1.365 voti (55percento), mentre
i sì sono stati 1.110 (45percento), con un quorum dell’84percento. Questo
referendum mi ricorda quello di Pomigliano. Se voto sì perdo alcune parti
economiche e di diritto, ma tengo il posto di lavoro, se dico no perdo
probabilmente il lavoro, ma mantengo aspetto economico e diritti. Che fare?
Personalmente la trovo una cosa scorretta, perchè altamente ricattatatoria.
Inoltre se avessi voluto fare l’imprenditore, l’avrei fatto e non farei
l’operaio o l’operatore sanitario. Come al solito i ruoli si ribaltano per non
assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
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