Siamo
senz’altro debitori ai tanti scrittori di fantascienza, che in maniera
visionaria disegnavano nuovi mondi e nuovi scenari. Peccato che la loro
creatività letteraria abbia contagiato i troppi generali impegnati a sviluppare
le armi del futuro, perché anche nei prossimi anni ci saranno guerre, nazioni
da conquistare e nemici da uccidere. Il punto è proprio l’uccisione del nemico,
che prevede la sgradevole variante che sia in nemico a prevalere e non a
soccombere. Per questa incresciosa evenienza, tutt’altro che remota, i vertici
militari dei principali paesi, Stati Uniti in testa, vedono nella robotica la
nuova frontiera della difesa: il Pentagono, nella sua Roadmap per i sistemi
unmanned 2011- 2036, prefigura una graduale riduzione dell’intervento umano con
l’obiettivo finale di raggiungere la piena autonomia di questi armamenti.
Intanto è partita una campagna di sensibilizzazione, prima che queste
tecnologie militari sbarchino nei saloni internazionali di difesa e sui campi
di battaglia, prima che entrino in ballo interessi economici e politici troppo
forti.
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