In
tre anni, dal 2008 al 2011, la percentuale di persone tra i 15 e i 64 anni che
ha puntato soldi almeno una volta su uno dei tanti giochi presenti sul mercato è
passata dal 42 al 47percento. Circa 19 milioni di scommettitori, di cui ben 3
milioni a rischio patologia. Può essere interessante l'identikit del giocatore
problematico, dove sono soprattutto i maschi a primeggiare. Il titolo di studio
più frequente è la licenza elementare, mentre il giocatore «tipo» è disoccupato
e se lavora ricopre la mansione di operaio; se invece inquadrato come
lavoratore autonomo, ha un contratto precario o è un libero professionista. I
luoghi più "pericolosi" sono per gli uomini sale gioco, sale bingo,
ma anche in parte il circolo ricreativo, il telefonino e internet. Una presunta
solitudine accomuna il giocatore maschio alle giocatrici: sono separati,
divorziati o vedovi/e. Le giocatrici "tipo" sono in possesso della licenza
di scuola media inferiore. Se impiegate rivestono un ruolo di dirigente e hanno
un contratto a tempo indeterminato, mentre se lavoratrici autonome sono
imprenditrici.
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