mercoledì 27 novembre 2013

2150. La ricerca del CNR sul gioco d’azzardo



In tre anni, dal 2008 al 2011, la percentuale di persone tra i 15 e i 64 anni che
ha puntato soldi almeno una volta su uno dei tanti giochi presenti sul mercato è passata dal 42 al 47percento. Circa 19 milioni di scommettitori, di cui ben 3 milioni a rischio patologia. Può essere interessante l'identikit del giocatore problematico, dove sono soprattutto i maschi a primeggiare. Il titolo di studio più frequente è la licenza elementare, mentre il giocatore «tipo» è disoccupato e se lavora ricopre la mansione di operaio; se invece inquadrato come lavoratore autonomo, ha un contratto precario o è un libero professionista. I luoghi più "pericolosi" sono per gli uomini sale gioco, sale bingo, ma anche in parte il circolo ricreativo, il telefonino e internet. Una presunta solitudine accomuna il giocatore maschio alle giocatrici: sono separati, divorziati o vedovi/e. Le giocatrici "tipo" sono in possesso della licenza di scuola media inferiore. Se impiegate rivestono un ruolo di dirigente e hanno un contratto a tempo indeterminato, mentre se lavoratrici autonome sono imprenditrici.

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