Parafrasando
la celebra frase gattopardesca, Monferino & Cota si sentono sempre più
investiti del sacro fuoco riformista. L’ing. ha la forma mentis del magazziniere,
Cota quello del piazzista. Uniti in un abbraccio mortale, soccombono i pazienti
e gli operatori della sanità. Ma la cosa fondamentale è mettere i conti in
ordine, visto lo sfascio lasciato da una sinistra irresponsabile. Fin qui per ridere, ma leggere:
1. che
la chiusura dell’Oftalmico entro giugno del prossimo anno porterà alla nascita,
per la prima volta alle Molinette, di un reparto di Oculistica con sette letti
e Day Surgery.
2. che
lo screening dei tumori della mammella sarà trasferito dall’ospedale di corso
Bramante al Valdese, che consegnerà al Martini di via Tofane l’Anatomia
Patologica, il laboratorio analisi, la Chirurgia generale, la Gastroenterologia
e la Medicina.
3. che
al Cottolengo sorgerà una Breast Unit chirurgica per combattere il tumore del
seno e al Valdese la chirurgia oncologica della Ginecologia sarà smantellata il
31 dicembre insieme alla Chirurgia plastica e alla Dermatologia, alla
Neurologia e all’Ortopedia, attività date finora in service all’esterno.
4. Che
in provincia di Torino, gli ospedali di Venaria, Avigliana, Giaveno e Torre
Pellice chiuderanno definitivamente i reparti di degenza, sia per malati in
fase acuta, sia per l’assistenza post-acuzie.
5. Che
a Cuorgnè aprirà invece una lungodegenza con trasferimento di 27 letti da
Castellamonte, mentre l’Ostetricia, da Cuorgnè, verrà trasferita a Ivrea.
mi
fa accendere la luce su un immagine. Pazienti disorientati, che per capire dove
devono andare magari muoino o peggiorano, e operatori del tutto demotivati dal
loro emigrare verso terre sconosciute. C’è un differenza tra bulloni e persone,
ma l’ing non lo sa e Cota non l’ha mai saputo.
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