Canzone
del 1982 che parla di calcio, di politica e delle occasioni della vita. In questa epoca che ama solo i
vincenti, anche se vincono barando, la poesia di questa canzone anima la
speranza che si possa essere semplicemente persone.
Sole
sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole
che batte sul campo di pallone e terra
e
polvere che tira vento e poi magari piove.
Nino
cammina che sembra un uomo,
con
le scarpette di gomma dura,
dodici
anni e il cuore pieno di paura.
Ma
Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore,
non
è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un
giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.
E
chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori
che
non hanno vinto mai
ed
hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e
adesso ridono dentro a un bar,
e
sono innamorati da dieci anni
con
una donna che non hanno amato mai.
Chissà
quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai.
Nino
capì fin dal primo momento,
l'allenatore
sembrava contento
e
allora mise il cuore dentro alle scarpe
e
corse più veloce del vento.
Prese
un pallone che sembrava stregato,
accanto
al piede rimaneva incollato,
entrò
nell'area, tirò senza guardare
ed
il portiere lo fece passare.
Ma
Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore,
non
è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un
giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.
Il
ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette,
questo
altro anno giocherà con la maglia numero sette.
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