Quattordici
librerie chiuse negli ultimi anni e almeno due a rischio immediato non fanno
ben presagire per il futuro dei libri e dei librai nella splendida città
lagunare. Che ai turisti importi poco dei libri potrebbe essere un fattore
rilevante, ma le librerie sono un presidio della cultura italiana e non, che
andrebbero tutelate e non trasformate in un bussiness come tanti altri. Le
merci non sono tutte uguali e non tutto andrebbe mercificato, cosa che invece
avviene con sempre maggior pressione su oggetti ancora fuori dalle grinfie del
mercato, vedasi l’acqua o il DNA.
Per
resistere un centinaio di autori, attivi a Venezia, hanno deciso di organizzare
una forma di protesta. Spero che a questi “addetti ai lavori” si uniscano tanti
lettori. Non si può fare a meno gli uni degli altri.
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