Secondo
fonti dell’ambasciata gli italiani detenuti in Perù sono oggi una sessantina,
di cui 16 in semilibertà. Per tutti però la stessa accusa: traffico
internazionale di stupefacenti. «Negli ultimi anni gli arresti sono aumentati»,
spiega al telefono il consigliere Ivo Polacco. Colpa della crisi? «Certamente
ha influito». Molti dei fermati, infatti, denunciano difficoltà economiche. Ma
Tommaso Ziller, assistente sociale presso l’Ambasciata, la pensa un po’
diversamente: «In alcuni casi la crisi è solo un giustificativo. Spesso a
spingere queste persone nel giro della droga sono ingenuità, faciloneria,
tossicodipendenza e voglia di guadagno facile».
Secondo
fonti riservate invece risulta che il numero di italiani detenuti all’estero
per possesso di sostanze stupefacenti è passato da 718 nel 2010 a 883 nel 2012,
che significa che un terzo degli italiani in carcere nel mondo ci è finito per
droga. I numeri suggeriscono che non siamo proprio bravi nel traffico fai da te.
Magari gli italiani dovrebbero imparare a fare altro, come la pizza, vendere auto
o disegnare case.
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