Estremamente
interessante e utile questo articolo, che traccia il percorso che dagli anni 90
ha portato molti imprenditori a compiere imprese ardite nella cosidetta new
economy, riempirsi le tasche e investire i denari ottenuti in imprese molto old
economy. Questa avventura imprenditoriale italiana si è risolta in una collana
di fallimenti, e mentre nel mondo si sono consolidate realtà immense, come
Google o Facebook, gli imprenditori italiani che in quegli anni hanno fatto più
soldi si sono convertiti alla restaurazione analogica. I nomi sono tanti e
vanno da John Elkann, con l’avventura digitale del portale Ciao-web a Carlo DeBenedetti,
dopo l’Olivetti, giocava le sue carte sul giovane Paolo Dal Pino, capo del
portale Kataweb. La Telecom, appena scalata dalla “razza padana” di Roberto
Colaninno, cavalcava la bolla del web attribuendo valori fantasiosi alla sua
Tin.it. Infine i nuovi protagonisti: Renato Soru con la sua Tiscali, Paolo
Ainio e Carlo Gualandri con Matrix, mamma del portale Virgilio e Silvio Scaglia
con E.Biscom, progenitrice di Fastweb.
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