Che
sia necessario arrivare fino a tale punto, per denunciare una forma di mobbing
sociale, dovrebbe far riflettere qualcuno che prende decisioni, forse
necessarie, ma dove i nomi delle persone non sono dei numeri, ma delle vite che
hanno una loro dignità. Dopo 15 anni da impiegata precaria nelle scuole,
malata, con la vita privata non proprio un idillio, la disperazione per non
essere riuscita ad avere almeno un lavoro stabile ha condotto una donna di 55
anni a tentare di darsi fuoco. Che poi nella bottiglia non ci sia stato alcol,
poco importa. Certo che sarebbe poi il colmo se quel gesto conducesse a
qualcosa. Di solito chi arriva a quel punto, ottiene, anche se è triste
comunque.
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