Il
comitato nazionale stopOPG invece ricorda che non è andata proprio così, anzi
tutto è troppo uguale a prima, malgrado iniziative politiche importanti.
Comunicato
del comitato StopOPG
Il termine per il completamento del
processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari è fissato al 1°
febbraio 2013. Così prescrive la legge 9 del 2012 (comma 1 articolo 3 ter). Ma
è evidente che il temine non sarà rispettato.
Abbiamo ripetutamente segnalato i
ritardi nella chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, indicando come
responsabili il Governo, molte Regioni e Asl; ma abbiamo parlato anche dei
rischi dello stesso articolo 3 ter della Legge 9 appena citata.
Abbiamo denunciato:
che l’attenzione di Governo e Regioni è concentrata sull’apertura delle
strutture residenziali "speciali” - previste dalla legge 9 in luogo degli
attuali Opg - dove eseguire la misura di sicurezza, molto simili a ospedali
psichiatrici, per le caratteristiche loro assegnate da uno specifico Decreto.
Abbiamo più volte detto che rischiamo di ritrovarci con numerosi piccoli
manicomi regionali (i “mini OPG”).
che i sequestri degli Ospedali Psichiatri di Giudiziari a Montelupo
Fiorentino e a Barcellona di Pozzo di Gotto, disposti a dicembre 2012 dalla
Commissione d’inchiesta presieduta dal senatore Marino, e non ancora eseguiti,
confermano drammaticamente le condizioni indegne in cui sono tuttora costretti
a vivere nostri concittadini all’interno degli ultimi residui manicomiali. La
condizione terribile in cui versano questi uomini e donne va al di là delle
condizioni terribilmente degradate in
cui sono costretti e riguarda tanto più il loro abbandono da parte dei servizi
sanitari e sociali, la mancanza di un progetto, le proroghe collegate ad una
mancata presa in carico, la violenza dell’istituto, il permanere di un percorso
giuridico “speciale” che toglie loro diritti e responsabilità.
che è inaccettabile il ritardo nell’assegnazione alle Regioni delle
risorse destinate ad accompagnare il superamento degli OPG (per spesa corrente:
38 milioni di euro nel 2012 e 55 milioni dal 2013, più quelle in conto
capitale: 173,8 milioni di euro).
Ribadiamo le nostre proposte:
Le risorse vanno destinate ai Dipartimenti di Salute Mentale DSM, che
devono presentare e attuare i progetti individuali finalizzati alle dimissioni
degli/delle internati/e o per progetti di alternativa alla misura di sicurezza
detentiva in Opg o Ccc (vedi sentenze Corte Costituzionale 253/2003 e 367/2004
richiamate dall’allegato 1C Dpcm 1.4.2008). Per chiudere gli Opg bisogna
offrire buoni servizi per la salute mentale nel territorio.
Vanno attuate le “dimissioni senza indugio”, come sollecitato dalla
Commissione parlamentare d’inchiesta sul SSN ai Ministri della Salute e della
Giustizia, che risultano possibili immediatamente per i due terzi delle persone
internate attraverso la presa in carico dei DSM, che porterebbero già alla
chiusura di alcuni Opg.
L’istituzione di una specifica “autorità” di garanzia nazionale (che
possa agire anche con funzioni commissariali ad acta) per l’attuazione dei
programmi delle regioni e per il loro monitoraggio.
Infine, ribadiamo che il definitivo
superamento dell'Opg si potrà raggiungere solo con la modifica degli articoli
del codice penale 88 e 89. Altrimenti gli Opg (vecchi o nuovi) continueranno ad
essere alimentati da nuovi ingressi. Sono quegli articoli del codice Rocco che,
associando “follia” ad incapacità di
intendere e di volere e a “pericolosità sociale”, hanno mantenuto in vita l’Opg
e dunque un canale “parallelo e speciale” per i malati di mente che commettono
reati.
Perciò la mobilitazione di stopOPG
continua: gli Opg, come i manicomi, sono incompatibili per loro natura con la
tutela della salute mentale, le cure e la riabilitazione cui hanno diritto
tutti cittadini.
31 gennaio 2013
p. Il comitato
nazionale stopOPG
Stefano Cecconi,
Giovanna Del Giudice, Francesca Moccia
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