Serge Latouche, nel 2007, pubblica questo interessante contributo, ponendo al centro il futuro e il benessere dell’intera umanità. Per chi è cresciuto a pane e PIL, il termine decrescita evoca quasi immediatamente panorami di povertà e fame, eppure qualcosa bisogna fare perché non possiamo crescere all’infinito e soprattutto dobbiamo chiederci quale significato e quali conseguenze ha questa crescita. Il volume si articola in due parti, precedute da una breve descrizione della decrescita: nella prima parte il professore espone tutti i motivi per i quali è necessario scegliere la strada della decrescita, mentre nella seconda parte indica come realizzarla. La società della decrescita è per Latouche una società che deve ristabilire le sue priorità, basandosi sul ben-essere, che non coincide con avere molto, ed eliminando tutti quei valori che hanno un effetto negativo sulla serena sopravvivenza umana. Una società che torni a vivere la dimensione locale, riscoprendo una vita più sobria e frugale, quasi di sussistenza, all’interno della propria comunità in cui il valore principale è la solidarietà.
Il programma proposto, anche come slogan, consiste nelle “otto R”: rivalutare, ridefinire, ristrutturare, rilocalizzare, ridistribuire, ridurre, riutilizzare e riciclare.
Quanto faccia paura questa proposta credo che lo intuiscano un po’ tutti. Sarà la Storia a portarci in quella direzione oppure i “limiti” che ci impone il pianeta?
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