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martedì 15 febbraio 2011

36. Il dilemma dell’onnivoro


Michael Pollan, giornalista americano, pubblica nel 2008 in Italia un saggio incentrato sul modo americano di nutrirsi, ma che costituisce un interessante e documentato reportage su quello che potrebbe succedere anche a casa nostra, e che in parte già succede.
“In una società sana nessuno si stupirebbe del fatto che esistono nazioni, come l’Italia e la Francia, dove si sceglie cosa mangiare sulla base di criteri bizzarri e poco scientifici come il gusto, il piacere, la tradizione, anche se ciò comporta nutrirsi di cibi «poco salutari»; e pensate un po’: alla fine i cittadini di queste nazioni sono in media più sani e felici di noi, perlomeno a tavola. La cosa ci stupisce a tal punto che parliamo di «paradosso francese»: come è possibile che un intero popolo dedito a consumare sostanze notoriamente tossiche come il foie gras e il roquefort sia alla fine più magro e sano di noi? Mi chiedo se non abbia senso parlare di un paradosso americano: come è possibile che una nazione ossessionata dal mangiar sano sia così palesemente malata? ….”

Il libro è suddiviso idealmente in quattro parti: l'alimentazione industriale, l'alimentazione sostenibile, la catena di distribuzione e l'alimentazione preistorica.
Pollan è andato di persona sui luoghi dell’America e si è messo in gioco sperimentando in prima persona la vita degli allevatori e agricoltori, intervistando le persone che lavorano nel settore, commercianti e specialisti del settore agroalimentare, rilevando ogni volta i pregi e difetti delle scelte che ognuno di noi opera ogni volta che ingerisce un determinato alimento. Non si dichiara vegetariano né di nessun’altra parte, conferendo al saggio un punto di vista che privilegia l’informazione e la possibilità, per il lettore, di formarsi un opinione su un tema come il cibo che ci coinvolge tutti.
“Ciò che un americano trova nel piatto a cena ha percorso in media duemilaquattrocento chilometri prima di arrivare lì: spesso il cibo ha più esperienza del mondo di quanta non ne abbia il suo consumatore”.

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