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giovedì 3 febbraio 2011

13. In memoria di 100 husky


Una volta lessi che per essere notizia un fatto doveva essere notiziabile e a prova di ciò citava questo esempio: a nessuno importa se un cane morde un uomo, ma se un uomo morde un cane, ecco lì c’è la notizia. Ora mi piacerebbe che quel centinaio di cani mordessero l’anima di  quell’inserviente che per due giorni, con fucile e coltello, gli ha tolto la vita.
La notizia giunge dal civilissimo Canada e colpisce, almeno il sottoscritto, la sottile linea che la collega al recente giorno della memoria. Quell’inserviente, così viene genericamente definito, sarà stato un giovane esperto della vita all’aperto, un uomo che vede i cani come semplici animali da lavoro destinati ad essere eliminati senza che ci si domandi che dolore proveranno, senza prendersene cura e vedendoli, come molti cittadini civilizzati li vedono, come animali, ma sarà pur stato in grado di domandarsi se quello che faceva era giusto o sbagliato.
Non può che venirmi in mente lo sterminio accurato e meticoloso di milioni di diversi dalla razza ariana oppure i lager che ho voluto vedere e attraversare in questi anni, per sovrapporre le tragiche immagini delle camere a gas a quelle del coltello gocciolante, tra i guaiti dei cani moribondi.
Certo la coscienza dell’inserviente, come quella dei molti nazisti e dei persecutori in generale, mai si è soffermata sul loro operato, mai si è domandata se quel terribile dolore che stavano procurando avesse realmente uno scopo, mai si sono proposti di rinunciare, di fermare quell’inutile carneficina, e se anche un pensiero avesse scalfito quel muro, che cosa avrebbe trovato dietro?
Così quale senso ha definirci esseri umani, affibbiarci la prerogativa di unici esseri senzienti se poi quel cervello a cui tanto dobbiamo, ci aiuta e ci sostiene nel compiere certe nefandezze?
"I dettagli tragici e disturbanti che sono stati rivelati sulla maniera inumana con la quale questi cani sono stati trattati, sono inaccettabili", ha dichiarato in un comunicato il primo ministro dello stato, Gordon Campbell -. Nessuna creatura dovrebbe mai soffrire come è stato riferito, e noi vogliamo assicurarci che una cosa simile non si ripeta mai più nel nostro stato". (ANSA)

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