È
un impiegato torinese di 45 anni, che ha passato ore e ore del suo tempo a
giocare al “betting exchange”, vietato
in Italia ancora per poco. Quando il baratro è vicinissimo, ci salta dentro, ma
il figlio gli salva la vita. Un ricovero e l’aiuto di un servizio pubblico lo
stanno aiutando a uscire dalla dipendenza.
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