Ogni
paese che si rispetti produce la propria mafia. Noi italiani, per non farci
mancare niente come al solito, siamo riusciti a produrne almeno quattro, forse
un record mondiale. Anche nella zona del Caucaso, tra Cecenia e Georgia, vivono
importanti gruppi malavitosi, che hanno iniziato a vedere il nostro paese come
interessante spazio per le proprie attività.
Seguono
un codice e un linguaggio (la fenya). Per loro l’Italia è l’ultima frontiera.
Qui riciclano, qui vivono, qui programmano le shodke (summit) in residenze da
sogno come il Borgo della Merluzza a Roma. Arrivano a bordo di berline lussuose
e dormono negli alberghi più costosi della città. S’incontrano nella Capitale,
ma anche a Dubai, in Grecia, negli Usa. Sono un’autentica spa del crimine
internazionale con una cassa comune (obshak) che oggi vale un numero
indeterminato di miliardi di dollari. Il loro è un mix di alta finanza e violenza
brutale. Una storia inedita raccontata nell’inchiesta della procura di Bari che
il 19 giugno scorso ha portato in carcere 14 persone.
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