Breve
viaggio nella fantomatica fabbrica degli F-35, che dovrebbe garantire lavoro a
migliaia di persone.
Il
sito è un gigantesco alveare ancora vuoto, in attesa di essere riempito dalla
commessa che per molti sta diventando sinonimo di spreco o di soldi spesi male.
I nuovi assunti sono trenta. Gli altri settanta. Sono operai e ingegneri
dell'Alenia di Caselle in appoggio, pendolari o alloggiati all'interno della
base, che dista una quindicina di chilometri dal paese. Un avamposto. Il grosso
della forza lavoro arriverà solo quando tutto sarà chiaro, chissà quando. Nel
2007 avevano parlato di 12mila persone, ora non si va oltre le 2200 nuove
assunzioni. In tempi bui come questi anche un posto di lavoro vale come aver
vinto alla lotteria. Ecco allora il nesso. Oltre ad essere il paese del gioco d’azzardo,
siamo anche il paese che vive di promesse e speranze, nel mentre per campare
facciamo la qualsiasi, pur di sopravvivere. Questa italica attitudine mal si
pone in una dimensione globale, dove solo con una decente pianificazione si può
sperare di uscirne vivi. Il nostro è un lento e costante massacro, dove ognuno
si arrangia come può, anche a costruire gli F-35.
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