Sono 70 gli avvisi di garanzia che la Procura della
Corte dei conti sta notificando in questi giorni dopo aver chiuso l’inchiesta
sulla maxi truffa dei rimborsi alle cliniche private accreditate. Una
cinquantina sono indirizzati a titolari di case di cura, e gli altri venti ai
dirigenti delle Asl piemontesi e della Regione, assessorato alla Sanità, che
sono le vittime del raggiro ma che rispondono per non aver controllato e aver
lasciato che questa dei prassi andasse avanti indisturbata almeno per sette,
lunghi anni. Tra i tanti nomi spicca quello di Pietro Camerlengo, uno dei big
dell’assistenza sanitaria privata in Piemonte, già indagato nel 2000 insieme a
Salvatore Verducci in una inchiesta del tutto simile a questa. Ma che dopo sei
anni e 27 udienze è stato graziato dalla prescrizione. Tra le cliniche
coinvolte nella provincia di Torino ci sono la Nuova San Paolo, la Major, Villa
Cristina, il Koelliker, Villa Ida che fa capo alla famiglia di Michele Vietti.
Si parla di 8 milioni di euro, una cifra con la quale si sarebbe potuto fare
molto altro, che non riempire le loro tasche.
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