venerdì 11 novembre 2011

393. Quanto sono pericolosi i giochi d’azzardo per lo Stato


La loro legalizzazione doveva segnare la fine del mercato nero e della gestione illecita del mondo delle scommesse ma, a quanto sembra, è diventata la lavanderia perfetta e legale di alcune società legate a nomi importanti del panorama mafioso italiano.
La notizia del maxi prestito di 148 milioni di euro da parte della Banca Popolare di Milano di Massimo Ponzellini, per la società Atlantis/Bplus Giocolegale Ltd, gigante del gioco d'azzardo legale in Italia ma con sede alle Antille Olandesi, ha coinvolto moltissime persone. A capo di questa società un uomo che di cognome fa Corallo, figlio di Gaetano, detto «Tano», condannato tempo fa a sette anni e mezzo di reclusione per associazione per delinquere finalizzata all'estorsione e considerato molto vicino al boss mafioso Nitto Santapaola. Oltre a questo uomo, che detiene la maggioranza con il 20 per cento, ci sono alcuni misteriosi soci, nascosti dietro il paravento di decine di società off-shore, proprietari di tre casinò a Saint Marteen, due a Santo Domingo e uno a Panama.
Ma altri nomi vengono fuori come quello di Tulliani per la famosa casa di Montecarlo, il deputato del Pdl, nonché membro della commissione Antimafia, Amedeo Laboccetta che fino al 2008 fu procuratore legale di Atlantis in Italia, l’aavocato Giulia Buongiorno che difende Corallo, Antonio Cannalire, persona molto vicina a Ponzellini e direttamente interessato al business delle macchine da gioco, essendo socio al 33,3% della Jackpot Game srl, nonchè «in relazione con la Sisal» e collaboratore della Capgemini. Inoltre Cannalire risulta consigliere d'amministrazione di M2Holding srl e M2 Pictures srl insiema a Marco Dell'Utri, figlio del senatore Marcello, e ad Alessandro La Monica, legale rappresentante della Atlantis in Italia.
Insomma un gran numero di persone note e figli d’arte che hanno rastrellato milioni di euro e li hanno portati chissà dove.



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