La
loro legalizzazione doveva segnare la fine del mercato nero e della gestione
illecita del mondo delle scommesse ma, a quanto sembra, è diventata la
lavanderia perfetta e legale di alcune società legate a nomi importanti del
panorama mafioso italiano.
La
notizia del maxi prestito di 148 milioni di euro da parte della Banca Popolare
di Milano di Massimo Ponzellini, per la società Atlantis/Bplus Giocolegale Ltd,
gigante del gioco d'azzardo legale in Italia ma con sede alle Antille Olandesi,
ha coinvolto moltissime persone. A capo di questa società un uomo che di
cognome fa Corallo, figlio di Gaetano, detto «Tano», condannato tempo fa a
sette anni e mezzo di reclusione per associazione per delinquere finalizzata
all'estorsione e considerato molto vicino al boss mafioso Nitto Santapaola.
Oltre a questo uomo, che detiene la maggioranza con il 20 per cento, ci sono
alcuni misteriosi soci, nascosti dietro il paravento di decine di società
off-shore, proprietari di tre casinò a Saint Marteen, due a Santo Domingo e uno
a Panama.
Ma
altri nomi vengono fuori come quello di Tulliani per la famosa casa di
Montecarlo, il deputato del Pdl, nonché membro della commissione Antimafia,
Amedeo Laboccetta che fino al 2008 fu procuratore legale di Atlantis in Italia,
l’aavocato Giulia Buongiorno che difende Corallo, Antonio Cannalire, persona
molto vicina a Ponzellini e direttamente interessato al business delle macchine
da gioco, essendo socio al 33,3% della Jackpot Game srl, nonchè «in relazione
con la Sisal» e collaboratore della Capgemini. Inoltre Cannalire risulta
consigliere d'amministrazione di M2Holding srl e M2 Pictures srl insiema a
Marco Dell'Utri, figlio del senatore Marcello, e ad Alessandro La Monica,
legale rappresentante della Atlantis in Italia.
Insomma
un gran numero di persone note e figli d’arte che hanno rastrellato milioni di
euro e li hanno portati chissà dove.
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