venerdì 4 novembre 2011

379. Magritte Golconda



In questo periodo di frastuono, spaesamento, ansia per il futuro e incertezza mi è venuto in mente questo dipinto del 1953, del surrealista René Magritte dal titolo evocativo, come d’altronde la tela.
Con lo sfondo diviso in due dai tetti di un paese e il cielo, sfilano, scendono o si innalzano degli uomini in completo scuro e bombetta. Una immagine che richiama l’omologazione, l’inutilità o forse l’unicità di ognuno di noi benché identico agli altri. Temi che il pittore ha sviluppato nella sua lunga produzione dove quello che vedi non è quello che vedi. Il titolo è il nome di un’antica città indiana molto ricca, famosa per la lavorazione dei diamanti, e distrutta dopo la conquista da parte di un sultano.

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