Canzone
del 2008 con chiari riferimenti alle difficili ore, giorni, mesi e anni che ci
attendono. Sarebbe bello che Bianconi & Co. avessero ragione, invece il
liberismo, secondo me, non ha i giorni contati, a meno che il modello cinese
non diventi il modello mondiale, con un partito unico che gestisce il mercato, ma
che viola i diritti umani e paga una tazza di riso il lavoro di un giorno. Buon
futuro a tutti!
È
difficile resistere al Mercato, amore mio
Di
conseguenza andiamo in cerca
di
rivoluzioni e vena artistica
Per
questo le avanguardie erano ok,
almeno
fino al ’66
Ma
ormai la fine va da sé
È
inevitabile
Anna
pensa di soccombere al Mercato
Non
lo sa perché si è laureata
Anni
fa credeva nella lotta,
adesso
sta paralizzata in strada
Finge
di essere morta
Scrive
con lo spray sui muri
che
la catastrofe è inevitabile
Vede
la fine in metropolitana,
nella
puttana che le si siede a fianco
Nel
tizio stanco
Nella
sua borsa di Dior
Legge
la Fine nei sacchi dei cinesi
Nei
giorni spesi al centro commerciale
Nel
sesso orale, nel suo non eccitarla più
Vede
la Fine in me che vendo dischi
in
questo modo orrendo
Vede
i titoli di coda nella Casa e nella Libertà
È
difficile resistere al Mercato, Anna lo sa
Un
tempo aveva un sogno stupido:
un
nucleo armato terroristico
Adesso
è un corpo fragile
che
sa d’essere morto e sogna l’Africa.
Strafatta,
compone poesie sulla Catastrofe
Vede
la fine in metropolitana,
nella
puttana che le si siede a fianco
Nel
tizio stanco
Nella
sua borsa di Dior
Muore
il Mercato per autoconsunzione
Non
è peccato, e non è Marx & Engels.
E’
l’estinzione, è un ragazzino in agonia.
Vede
la Fine in me che spendo soldi
e
tempo in un Nintendo
dentro
il bar della stazione
e
da anni non la chiamo più.
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