Uno
studio
americano su un gruppo di mille giovani neozelandesi ha rilevato che consumare
marijuana dopo il 18 anni non crea alcun declino significativo. Diverso è
invece il consumo in adolescenza: il campione neozelandese mostra come a
livello neurologico e psicologico la cannabis usata regolarmente e in grandi
quantità (anche se non è chiaro a quale quantitativo preciso i ricercatori
facciano riferimento) comprometta le funzioni di ragionamento proprio nel
momento della vita più delicato, quando il cervello è nel pieno del suo
sviluppo. A sorpresa, altri fattori tenuti in considerazione non hanno invece
sortito le stesse preoccupazioni: anche fumo di sigaretta e consumo di alcol
sono stati monitorati, senza che fossero denunciati cali nel quoziente
intellettivo del campione.
Non
credo che questa notizia scientifica, comunicata più o meno bene ai ragazzi,
sortisca un qualche effetto deterrente. Di sicuro ogni volta che consumiamo
qualcosa di tossico, nel nostro cervello e in altri organi qualcosa di non
proprio positivo capita. Alla lunga si vedranno i risultati.
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