La
complicata vicenda della Bplus
probabilmente sarà risolta solo attraverso le sentenze dei tanti
tribunali coinvolti, perché tante sono i capitoli aperti.
Oggi
si è svolta, presso il Tar del Lazio, l’udienza incidentale sul
commissariamento disposto dal Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, su
richiesta di Raffaele Cantone, il presidente dell’Anticorruzione.
Tra
un mese, l’8 ottobre, è fissata l’udienza di merito sul ricorso
contro l’interdittiva antimafia emessa nel settembre 2012, sempre
dal prefetto romano.
Il
15 ottobre è atteso anche il giudizio instaurato presso la Procura
della Corte dei Conti sul sequestro cautelativo di 29,5 milioni di
euro relativo alle “maxi penali” contestate nel procedimento sul
mancato collegamento delle slot tra il 2004 e il 2007, che invece
altre società hanno pagato.
Ma
i legali della Bplus non si sono proprio fatti intimorire dalla mole
di lavoro, anzi ne hanno prodotto di nuovo, facendo causa ad Alfano e
pretendendo dal Ministero degli Interni un risarcimento colossale di
ben 530 milioni di euro. Ma non ancora contenti hanno raddoppiato la
marcatura attraverso lo studio legale londinese Hierons, che ha
chiesto al prefetto di Roma di revocare i provvedimenti: in caso
contrario si rivolgeranno all’Alta Corte di Londra.
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