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Per realizzare la prima cotta di questa birra, in collaborazione con l'Istituto Agrario BONAFOUS di Chieri, è stato seminato l'orzo e messe a dimora le piantine di luppolo. La trebbiatura e la successiva maltatura dell'orzo, come la raccolta e la selezione dei fiori di luppolo, sono stati fatti "in casa" Grado Plato. Visto che Chieri in lingua piemontese si dice "CHER" ecco nascere il nome: STICHER, la "STIKE" di Chieri. Ora le materie prime che danno origine a questa birra sono acquistate sui canali commerciali, ma il progetto autoctono è stato comunque realizzato in via sperimentale, in attesa che possa eventualmente prendere una connotazione definitiva.
È classificata 5 stelle dalla Guida alle Birre d'Italia 2011 edizioni slow food.
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