I libri di storia ricorderanno questi anni con varie parole-simbolo.
Lo spread sarà una di quelle e racconteranno anche le conseguenze di questo periodo
turbolento e carico di incertezze sulla popolazione. Intanto oggi le
statistiche confermano l’aumento, un po’ dappertutto, dei disturbi mentali,
depressione in testa, ma anche ansia, insonnia, abuso di alcol e di droghe.
Per ogni punto percentuale di disoccupazione in più, il
tasso di suicidi nella popolazione, al di sotto dei 65 anni, aumenta dello 0,79
per cento. E gli uomini sono i più a rischio. In Italia si è registrato, nel
2008, un aumento di cinque volte il tasso di suicidi e tentati suicidi per
cause economiche connesse alla crisi finanziaria. I debiti, invece (più delle
difficoltà a pagare l’affitto o dei problemi finanziari in generale) aggravano,
nelle persone vulnerabili o in quelle predisposte a reazioni depressive, i
sensi di colpa e diventano un elemento cruciale nella genesi dei disturbi
mentali. A tutto questo si deve aggiungere l’abuso di sostanze. Uno studio,
condotto da Alexander Kentikelenis del King’s College di Cambridge, ha
evidenziato che in Grecia, come conseguenza della crisi economica, non solo sono
raddoppiati gli omicidi e i furti dal 2007 al 2009, ma anche l’uso di eroina,
fra il 2009 e il 2010, con un tasso di infezioni fra gli utilizzatori che è
decuplicato rispetto agli anni precedenti.
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