Erano
molti anni che non andavo e adesso ricordo anche il perchè. Se la volontà
organizzativa era quella di trasformare l’area in un grande mercato rionale ci
sono riusciti. Se l’intento era invece avvicinare i giovani a sapori decenti
non saprei esprimermi. Ne ho visti molti fermi agli stand dei birrifici o dei
moyoto o passarsi parola che allo stand x stavano affettando il prosciutto. Non
ho messo il naso dove c’erano i vini, nè dove c’era lo street food e la pizza,
troppa calca. Piacevole invece l’incontro con gli altri paesi, con prodotti che
qui non ci sono e che incuriosiscono.
Forse
occorreva passarci più ore, forse bisognava frequentare uno dei tanti incontri
organizzati per conoscere e apprezzare i dettagli del cibo proposto, forse tre ore non sono
sufficienti, ma quanto tempo occorreva? Non parliamo poi dell’incredibile costo
del biglietto: 20 euro. Sarebbe stato interessante se con il biglietto ci
fossero stati degli assaggi presso alcuni stand, se ci fosse anche l’intenzione
pedagogica di insegnare qualcosa. Troppi trangugiavano qualsiasi cosa
riuscissero a afferrare, senza farsi neanche una domanda. Quella frenesia
dell’ingozzarsi un po’ mi ha condizionato e mi ha tenuto lontano da molti
espositori.
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