Sono
arrivate a 54 le persone che, per protestare contro l’invasione cinese, hanno messo
in gioco la loro vita, moltissimi morendo divorati dalle fiamme.
Il
giovane, Sangay Gyatso, di 27 anni, avrebbe compiuto il suo gesto di protesta
davanti al monastero di Dokar, in una zona a popolazione tibetana della
provincia di Amdo. Si tratta della seconda "autoimmolazione" in tre
giorni dopo quella dello scrittore e blogger Gudrup, che si è dato fuoco il 5
ottobre nella Regione Autonoma del Tibet.
Sono
notizie che arrivano con il contagocce, con una censura fortissima per un paese,
come la Cina, che a ogni costo deve controllare il Tibet. Una ecatombe che
continua a passare nel silenzio e nell’isolamento che la forza cinese gestisce
benissimo, con la complicità del resto del mondo, ovviamente.
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