Ogni
tanto, ma sempre più spesso ormai, mi sorge un dubbio. I politici hanno idea che le loro
decisioni, così come le non decisioni, incidono sulle persone che
non sempre li hanno votati? Ormai sono troppi anni che si susseguono
notizie più o meno fondate su chiusure di ospedali o di reparti,
così come di trasferimenti di intere specialità. Capisco che sia un
situazione complessa e di non facile soluzione, ma i cittadini hanno
come uniche certezze le infinite liste d'attesa e i conti delle Asl e
Aso che non migliorano mai. In questi giorni ennesima riforma per
uscire dal famigerato piano di rientro, con una riorganizzazione
della rete ospedaliera che chissà quanti accontenterà. Da un lato i
sanitari, che forse perderanno qualcosa. Dall'altra i cittadini, che
magari dovranno fare 50 chilometri prima di trovare un ospedale
attrezzato. Dicono infine che tutta questa fatica libererà 400
milioni in tre anni (100 nel 2015 e 150 nel 2016 e nel 2017), che
verranno utilizzati per gli investimenti nell’edilizia sanitaria,
in nuovi apparecchi tecnologici e nella prevenzione.
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