mercoledì 19 novembre 2014

2643. Continua il rebus degli ospedali piemontesi


Ogni tanto, ma sempre più spesso ormai, mi sorge un dubbio. I politici hanno idea che le loro decisioni, così come le non decisioni, incidono sulle persone che non sempre li hanno votati? Ormai sono troppi anni che si susseguono notizie più o meno fondate su chiusure di ospedali o di reparti, così come di trasferimenti di intere specialità. Capisco che sia un situazione complessa e di non facile soluzione, ma i cittadini hanno come uniche certezze le infinite liste d'attesa e i conti delle Asl e Aso che non migliorano mai. In questi giorni ennesima riforma per uscire dal famigerato piano di rientro, con una riorganizzazione della rete ospedaliera che chissà quanti accontenterà. Da un lato i sanitari, che forse perderanno qualcosa. Dall'altra i cittadini, che magari dovranno fare 50 chilometri prima di trovare un ospedale attrezzato. Dicono infine che tutta questa fatica libererà 400 milioni in tre anni (100 nel 2015 e 150 nel 2016 e nel 2017), che verranno utilizzati per gli investimenti nell’edilizia sanitaria, in nuovi apparecchi tecnologici e nella prevenzione.

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