Il
forse futuro primo ministro giapponese ha pensato, per far cassa, di
legalizzare il gioco d’azzardo e di aprire una serie di casinò.
Idea non proprio nuovo, almeno da noi, che la subiamo almeno da 20
anni. In Giappone in teoria è vietato giocare d'azzardo, in pratica
ci sono molte opportunità. Il pachinko e il simbolo dell’ipocrisia
istituzionale che regna nel settore, perché le vincite non
dovrebbero essere in denaro, ma accanto ad ogni locale c’è un
botteghino che converte i “gettoni” in contanti. Il tutto sotto
la “supervisione” di un ente pubblico, Secta, dove vengono
paracadutati poliziotti in pensione, che ricorda vagamente AAMS. Solo
per questo gioco d'azzardo il giro d'affari nel 2013 è stato di 130
miliardi di euro, cifre che fanno impallidire anche gli italiani. Tra
i primi venti paperon de’ paperoni del Paese, secondo l’autorevole
rivista Forbes, ben 5 sono magnati del settore.
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