Al
Parlamento Europeo di Bruxelles si è svolto l’incontro “Stop
Slot”, organizzato da Patrizia
Toia, capo delegazione
Pd nello stesso parlamento europeo e vicepresidente della Commissione
per l’Industria, la Ricerca e l’Energia. Numerosi gli interventi,
ma uno in particolare mi ha colpito, quello sul tema della vera o
presunta libertà di impresa e di scelta da parte del "consumatore"
di Marco
Dotti, dell'Università
di Pavia. Attraverso una case
history,
Dotti
ha ricordato come occorra decostruire due miti fondativi delle
retoriche del settore del gioco d’azzardo legale, industriale e di
massa:
1)
il mito che l’industria del
gambling
offra "prodotti" come tutti gli altri, merci qualunque, e,
anzi, rappresenti un’offerta di prodotti sicuri e controllati là
dove esisterebbe una “naturale domanda di gioco” (mito
della “domanda di gioco che pre-esiste all'offerta”);
2)
il mito della libertà di scelta, rispetto a prodotti che in larga
parte sono strutturati e progettati per limitare in massimo grado la
libertà individuale, pur simulandola (mito
del “giocatore responsabile, sottinteso: della propria rovina”).
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