I
simboli storici sono una questione delicata e in pericolo di mutamento, perché non
sempre la Storia è condivisa da tutti. Abbiamo assistito tutti alla caduta di
qualche tiranno, dove una delle prime azioni del popolo liberato è l’abbattimento
delle sue statue, che riempivano piazze e strade del paese. La vicenda della
Shoah e dei campi di concentramento non trova tutti d’accordo, così a Roma
qualcuno ha deciso di togliere uno di questi simboli, un sampietrino della
memoria in ottone in via Garibaldi all’altezza del civico 38, dove ricordava il
falegname antifascista Augusto Sperati.
Si
inizia dai simboli esterni, dalle memorie visive installate per ricordare a
tutti i passanti che qualcosa lì è successo e che merita di essere ricordato.
Ma ci sono anche i libri, per cui mi aspetto prima o poi un bel falò di testi
non sacri, però rimane a tutti gli uomini la libertà di scegliere e la libertà
di cercare di capire, una capacità che queste azioni non possono sradicare così
facilmente come si toglie un sampietrino.
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