È
una parola giapponese che significa "recluso" e indica persone,
soprattutto giovani, che decidono di autosegregarsi nella propria stanza in
compagnia del loro computer, il più possibile avulsi da ogni tipo di relazione
sociale. Nel paese del sol levante è un vero allarme sociale: secondo il
governo di Tokyo, nel 2010 erano circa 700mila i cittadini nipponici in queste
condizioni e addirittura un milione e mezzo quelli a rischio. In Italia quantificare
i casi è impossibile. Le realtà che se ne occupano, lo fanno da troppo poco
tempo per avere dati certi a disposizione: l'associazione Alesia di Firenze, il
day hospital psichiatrico del policlinico Gemelli di Roma, la cooperativa
sociale Minotauro di Milano.
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