I
giovani «dispersi», cioè quelli che hanno un'età compresa tra i 14 e i 24 anni e
non terminano gli studi, in Italia raggiungono una soglia altissima, il 18,8%.
Quasi due studenti ogni dieci. Per confrontarci con il resto d'Europa, il 5 per
cento più della media.
I
motivi sono molteplici come la disoccupazione, le difficoltà ambientali, la necessità
di lavorare per portare qualche soldo in più a casa, la cura dei fratelli più
piccoli o delle faccende domestiche. Ma anche problemi come la distanza dalla
scuola e la mancanza di adeguati servizi di trasporto, oppure la noia e la
disaffezione per lo studio. Arriveranno però 102 milioni di euro per interventi
che dureranno due anni e che sosterranno ragazzi e famiglie dentro e fuori le
classi: orientamento, aiuto ai genitori, una seconda opportunità per chi ha
lasciato, ma anche realizzazione di impianti sportivi, laboratori artistici e
altri spazi di socializzazione. Obiettivo arrivare al 10% nel 2020.
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