La
crisi continua e aumenta il numero di persone che, per diversi motivi, non
riesce più a pagare le rate che con facilità riusciva a gestire fino a poco
tempo fa. Se la posizione del debitore diventa critica, chi si occupa di recupero
crediti può anche trasformarsi in stalker creditizio pur di ottenere un
brandello della cartella da pagare.
La
massa dei crediti insoluti in sei anni è quasi triplicata tra prestiti, ratei,
mutui, scoperti bancari, carte di credito revolving e canoni leasing. Non si
pagano più neppure acqua, luce e gas: solo nell’ultimo anno abbiamo messo nel
cassetto una bolletta da 14,6 miliardi. Insomma, non ce n’è più per nessuno. E
se nessuno paga più, anche il mestiere dell’esattore si fa duro. Nel 2007, per
dire, tre recuperi su dieci andavano in porto, oggi soltanto due. La
provvigione media dell’agente è scesa dal 6,3% del 2008 al 5,47. La crisi sta
investendo anche la florida industria del recupero e fa traballare 30mila
addetti e 1.332 imprese.
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