Una
lunga e interessante inchiesta di Margherita D’Amico, che indaga quel mondo non
troppo numeroso, circa 700mila persone, ma che godono di incredibili diritti,
come essere gli unici depositari del diritto a entrare nelle proprietà altrui a
meno che non siano recintate a norma (chiudere quattro ettari costa 15-20mila
euro) potendo sparare fino a 150 metri dalle abitazioni e a 50 dalle strade. I
cacciatori sono anche autorizzati a possedere un numero illimitato di fucili e
carabine, con cui, al contrario di chi ha un revolver per la difesa personale,
possono esplodere colpi anche in luoghi pubblici. In base alla direttiva
91/477/CEE e ss. mm. ii. a loro è inoltre consentito di viaggiare con i fucili
al seguito per tutti gli stati membri con la carta europea armi da fuoco, e
anche fuori dalla UE, grazie a permessi rilasciati senza grandi difficoltà
dalle questure.
Questo
perchè il nostro paese è è il primo produttore europeo di armi
sportivo-venatorie, copre circa il 60% dell'intera offerta comunitaria,
arrivando al 70% se si considerano solo le armi lunghe da caccia e tiro, ed è
il più importante paese esportatore nel mondo di armi sportive, commerciali e
munizioni, con aziende leader nel settore come Beretta e Fiocchi.
Intanto
negli ultimi quattro anni, ci sono stati 114 morti e 303 feriti provocati dai
pallini dei cacciatori, non sempre loro compagni di “sport”. Troppo spesso
vittime di persone non proprio equilibrate.
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